Casa passiva: cos’è?

Casa passiva definizione

Casa passiva: cos’è?

La casa passiva è stata concepita nel 1988 dal fisico tedesco Wolfgang Feist insieme al ricercatore svedese Bo Adamson e, due anni dopo, è già realtà: la prima casa passiva vede la luce nel ‘90 nella città tedesca che, oggi, ospita la fondazione responsabile dei criteri per la certificazione degli edifici ecocompatibili. A caratterizzarli, già all’epoca, non sono dispositivi rivoluzionari ma semplici accorgimenti noti da tempo che però, opportunamente combinati, rivelano da subito un’enorme potenzialità: quella di garantire un’efficienza energetica superiore non solo agli standard tradizionali, ma anche a quelli più avanzati, previsti dalle attuali normative termiche.

Negli edifici passivi l’unione fa la forza

L’ecosostenibilità e Ia quasi autosufficienza delle case passive sono il risultato di:

  • una coibentazione ottenuta con un materiale isolante tre volte più spesso del normale, posizionato nello strato più esterno e circondante tutto l’involucro degli edifici, tetto compreso
  • lo sfruttamento di fonti termiche passive, rappresentate da elettrodomestici, illuminazione, raggi solari, fuochi dei fornelli, acqua calda e dagli stessi abitanti della casa che, insieme, generano un calore tale da sostituire o limitare l’uso dei canonici impianti di riscaldamento
  • una ventilazione controllata, garantita da apposite pompe che consentono all’aria in entrata di assorbire fino al 90% del calore di quella in uscita e che, favorendone la circolazione, armonizzano la temperatura nei vari ambienti della casa
  • poche finestre termiche che, grazie ai vetri ampi e tripli, permettono un ottimale irradiamento solare, minimizzando le perdite di calore dovute alla struttura degli infissi
  • architetture compatte, con volumi uniformi e poco distribuiti, adeguatamente esposti e protetti dal sole

La centralità della progettazione

Oltre che di materiali d’eccellenza, le case passive necessitano di particolari strategie progettuali, come:

  • impianti geotermici che, attraverso appositi tubi interrati nel giardino, convogliano il calore del terreno all’interno dell’abitazione
  • la combinazione di una studiata esposizione solare e moderne tecnologie fotovoltaiche
  • l’impiego di elementi architettonici o di specie vegetali come le piante cedue, che perdono il fogliame in inverno e schermano il sole d’estate, per assicurare un’adeguata ombreggiatura

Le case passive convengono?

Per rispondere, dovrai contemperare plus e svantaggi delle costruzioni a elevato rendimento energetico. Tra i primi si ricordano:

  • l’impatto ambientale notevolmente ridotto, grazie all’eliminazione o all’impiego minimo degli impianti di riscaldamento convenzionali
  • il comfort ottimale, frutto dell’illuminazione consistente garantita da spaziose vetrate e della temperatura mite e uniforme, conseguente alla ventilazione controllata

Tra i lati negativi, invece, bisogna citare:

  • il prototipo pensato ad hoc per i climi nordici, che va necessariamente ripensato nel caso di abitazioni destinate all’area mediterranea, dove l’eccessivo irradiamento solare e le alte temperature costituiscono condizioni ben più comuni e critiche rispetto ai rigori dell’inverno
  • i costi ancora elevati, dovuti alla pregevolezza dei materiali costruttivi, all’elevata specializzazione degli esperti di settore e alla necessità di impiegare le migliori tecnologie presenti sul mercato

Nonostante consumino il 90% in meno delle abitazioni tradizionali e permettano un risparmio del 75% persino rispetto alle dimore più innovative e meglio coibentate, le case passive hanno un costo elevato, tanto che l’ingente investimento iniziale può essere ammortizzato solo in un arco temporale piuttosto lungo. Non a caso, dalle Pop-Up House prefabbricate e low cost alle social housing di Parigi, si moltiplicano le iniziative che stanno cercando di renderle più abbordabili.

Ma se l’accessibilità è ancora piuttosto limitata, la progressiva diffusione di conoscenze e tecnologie fa ben sperare e induce a pensare che, presto, quello passivo diverrà il nuovo standard abitativo. Già ora, comunque, è possibile ristrutturare gli edifici esistenti per avvicinarsi alle prestazioni di quelle case che, come dimostra un esempio lombardo, riescono ad abbattere i consumi, portandoli a 100 euro annui per una villetta di 600 metri quadri.

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