Case energivore, come limitare lo spreco di energia?

Una casa poco energivora perchè con un alto coefficiente energetico

Case energivore, come limitare lo spreco di energia?

L’UE sta virando in maniera decisa verso la riduzione dell’inquinamento e anche il mercato immobiliare rischia di pagare pegno. Sul tavolo c’è infatti una proposta che potrebbe mettere fuori mercato le cosiddette ” case energivore”.

Cos’è una casa energivora

Con casa o edificio energivoro si intende un immobile che è caratterizzato da un’alta dispersione del calore. In sostanza, questa tipologia di edifici consuma molta più energia di quanto dovrebbe, a causa dei limiti costruttivi coi quali gli edifici stessi sono stati realizzati.
Le cause sono semplici: strutture vecchie, finestre non isolate, impianti di riscaldamento obsoleti.

Il problema è a livello nazionale. Infatti, almeno un terzo delle case in cui vivono gli italiani sono energivore, edifici prevalentemente costruiti tra la fine del dopoguerra e l’inizio degli anni novanta.

La classe energetica

I cosiddetti edifici energivori sono quelli che vengono classificati alla lettera F e G nella scala di certificazione energetica APE. Questo documento, prodotto a professionisti certificati e valido per dieci anni, serve a certificare l’impatto a livello energetico degli edifici. La scala di riferimento va da A4 – il migliore – fino alla G.

La proposta europea

L’obiettivo della Commissione Europea è quello di ridurre il consumo energetico generale mettendo fuori mercato gli edifici che non hanno una classe energetica sostenibile, ossia quelli di classe F e G.

La proposta fa parte della politica ambientale denominata “Fit for 55”, che mira a ridurre del 55% entro il 2030 l’emissione di gas serra, ponendo come punto di riferimento iniziale il 1990.

Il percorso proposto dalla UE sarà a tappe e differenziato tra edifici pubblici e non residenziali, ed edifici residenziali. Nel primo caso si dovrà passare dalla classe G alla classe F entro il 2027 e alla classe E entro il 2030. Ai proprietari degli edifici residenziali verrà concesso un margine più ampio per adeguarsi: avranno tempo fino al 2030 per portare il proprio certificato a livello F e fino al 2033 per portarlo alla classe E.

L’obiettivo dichiarato è quello di avere tutti gli edifici a emissione zero entro il 2050.

Le sanzioni

Era circolata una voce che sosteneva lo stop ad affitti e vendite per edifici non a regola con il miglioramento energetico, a partire dal 2030. Sulla proposta comunitaria questa direttiva non è stata specificata, lasciando agli stati membri l’eventuale compito sanzionatorio.
In Francia si è deciso di “punire” i proprietari, costringendoli di fatto ad adeguare la classe energetica dei loro edifici fin da subito: una legge approvata ad agosto impedirà loro di aumentare il canone d’affitto degli edifici energivori a partire dal 2022 e di affittarli del tutto dal 2025.

Riassumendo

Facendo il punto della situazione, al momento non è arrivato nessun diktat dall’Europa che vincoli l’affitto o la vendita di case energivore a partire dal 2030. Il Governo italiano non ha al momento proposto nessun disegno di Legge che vada in questa direzione, considerando anche che l’Italia è al primo posto per percentuale di edifici energivori in tutta la UE.

Tenendo conto dell’impatto che questi edifici hanno sull’ambiente, il nostro consiglio è quello di sfruttare l’Ecobonus 2022 per poter effettuare una riqualificazione energetica del vostro edificio, ottenendo un netto risparmio per le bollette di casa.

Siamo a vostra disposizione

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