ECObonus e SISMAbonus: in arrivo detrazioni estese e sconti immediati grazie alla cessione del credito

Detrazioni ecobonus e sismabonus

ECObonus e SISMAbonus: in arrivo detrazioni estese e sconti immediati grazie alla cessione del credito

Se è già da un po’ che stai pensando di ristrutturare o comprare casa approfittando delle misure contro il rischio sismico e lo spreco energetico, da oggi avrai un motivo in più per farlo: con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Legge 28 giugno 2019, che ha convertito l’ormai celebre Decreto Crescita, sono infatti entrate in vigore importanti innovazioni alla disciplina degli incentivi e sono stati ampliati sia gli interventi finanziabili col SISMAbonus che l’istituto della cessione del credito. Ma quali sono le novità più rilevanti e come funzionano le agevolazioni per privati e imprese?

La cessione del credito da parte del beneficiario di Eco e Sisma Bonus

Per rendere più appetibili e convenienti gli interventi volti al risparmio energetico, il Governo col Decreto Crescita ha deciso di agevolare ancora di più i contribuenti, snellendo e semplificando il sistema per la fruizione delle deduzioni fiscali sui lavori in casa e cercando di superare le criticità di uno strumento ancora poco utilizzato, anche per un iter troppo lungo e complicato.

Con la precedente disciplina, il soggetto avente diritto all’Ecobonus doveva aspettare dieci anni per vedersi rimborsato l’intero ammontare della decurtazione spettante per i lavori di efficientamento. D’ora in poi, invece, al posto dello sconto Irpef spalmato in 10 anni, l’interessato potrà scegliere un contributo diretto pari al totale dell’agevolazione riconosciuta, ottenibile già a inizio lavori. L’importo, in questo caso, verrà infatti anticipato dall’impresa fornitrice, tramite l’applicazione di uno sconto sulla spesa per i lavori e gli eventuali prodotti acquistati.

Inoltre, la stessa possibilità rimane prevista anche per il Sismabonus. I contribuenti che adotteranno le misure antisismiche ammesse, dunque, potranno ottenere una riduzione immediata della spesa di acquisto o ristrutturazione, approfittando di ribassi fino all’85%.

Anche le imprese fornitrici possono cedere il credito d’imposta rivendendo il beneficio

Come già previsto dalla normativa per il Sismabonus, anche per l’Ecobonus il fornitore che applicherà lo sconto avrà due opzioni per recuperare l’ammontare anticipato. La prima consiste nell’usufruire direttamente del credito d’imposta, specificandolo nelle dichiarazioni dei redditi e utilizzandolo in compensazione in cinque rate annuali di eguale importo, senza l’applicazione dei limiti di compensabilità. In alternativa, l’impresa potrà anche decidere di trasferire a sua volta il credito ai propri fornitori di beni e servizi, ferma restando l’impossibilità di questi ultimi di procedere a ulteriori alienazioni e il divieto di scegliere come cessionari istituti di credito o intermediari finanziari.

Col Decreto Crescita, il Sismabonus viene esteso anche alle zone a rischio 2 e 3

L’istituto del credito d’imposta era già previsto per i beneficiari del Sismabonus fin dal 2017 ma, prima delle ultime modifiche legislative, era ammesso solo in caso di interventi “incisivi” effettuati sulle parti comuni dei condomini che sorgevano nelle zone sismiche 1, 2 e 3 o per usufruire di uno sconto sull’acquisto di case rimesse a norma contro i terremoti, ubicate nelle aree a rischio 1.

Con il Decreto Crescita e l’aggiornamento dell’art 16 comma 1-septies della legge 90/2013, però, le cose sono cambiate. Oggi, le detrazioni del Sismabonus e la possibilità di ottenere uno sconto immediato con la cessione del credito fiscale alle imprese che hanno effettuato opere di demolizione o ricostruzione sono dovute anche nell’eventualità di compravendita di immobili esistenti, situati nelle zone considerate meno a rischio e classificate 2 e 3. L’agevolazione, come in passato, spetta su un massimo di 96.000 euro di spesa ed è pari al 75% in caso di passaggio ad una classe di rischio sismico inferiore e all’85% nell’eventualità il miglioramento comporti uno scalo di addirittura due classi di rischio.

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